Una conversazione tra la presidente della Fondazione Mazzolari e le monache del Monastero agostiniane Sant’Antonio

In questi nostri giorni che continuano ad essere segnati dalla violenza e dalla guerra, le parole radicali ed evangeliche di don Primo non smettono di interpellarci. “Tu non uccidere” non è un modo di dire. Uccidere è un gesto definitivo; altrettanto definitiva deve essere la decisione di non uccidere, parola evangelica da prendere alla lettera.

Sono tanti i contesti nei quali in questi mesi la parola del parroco di Bozzolo è risuonata, a ricordare che la fraternità che ci costituisce è esigente realtà e responsabilità di pace.

Anche nel Monastero delle monache agostiniane di Pennabilli il testo di don Primo è stato letto e meditato, in una tensione alla pace che passa in primo luogo attraverso le relazioni di una comunità che nel proprio vivere insieme fa esercizio di fraternità, dà testimonianza alla pace e condivide parole di bene con tutti.

Le testimonianze di alcune monache sono state raccolte dalla Fondazione don Primo Mazzolari in una conversazione che viene messa a disposizione di quanti non smettono di pensare e di credere che la pace sia l’unico modo per un vivere umano in grado di riflettere il cuore di Dio.

Sorella Pace è il titolo di questa conversazione; nell’ascolto di essa vi è il nostro desiderio e il nostro augurio di pace per ciascuno e per il mondo intero.

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