Nato nel 2017 a seguito della riorganizzazione e fusione dei precedenti istituti di Pavia/Vigevano e Crema/Cremona/Lodi, l’Istituto superiore di Scienze religiose «Sant’Agostino», gestito dalle Diocesi di Crema, Cremona, Lodi, Pavia e Vigevano, ha inaugurato giovedì il nuovo anno accademico. La cerimonia si è svolta quest’anno presso il Seminario vescovile di Cremona, dove è stato predisposto un nuovo polo didattico per la formazione a distanza.

È stato l’auditorium Bonomelli a ospitare docenti e studenti giunti dalle varie diocesi. Presenti i vescovi di Cremona e Crema, Antonio Napolioni e Daniele Gianotti, che hanno aperto l’incontro rispettivamente con la preghiera e la riflessione introduttiva.

A caratterizzare quindi il pomeriggio di inaugurazione dell’anno accademico, moderato da don Antonio Facchinatti, direttore degli Studi, è stata la lectio magistralis tenuta da don Bruno Bignami, sacerdote cremonese già docente dell’istituto sant’Agostino, oggi direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per i problemi sociali e il lavoro. Don Bignami, già presidente della Fondazione «Don Primo Mazzolari» di Bozzolo e oggi postulatore della causa di beatificazione del parroco d’Italia, ha offerto una riflessione proprio su «Il nostro sapere deve diventare luce. Cultura e spiritualità in don Primo Mazzolari». Un approfondimento sulla vita del «prete dei poveri» e del suo rapporto con la Chiesa, la cultura e il sapere, partendo da una citazione dello stesso Mazzolari, pronunciata nel dicembre 1937 proprio nel Seminario di Cremona: «C’è una grande soddisfazione nel sapere, l’ignoranza è una brutta cosa, è una disgrazia. Benedite il Signore, perché il Seminario è la casa del sapere. Ma studiare per la sola soddisfazione è incompleto, una cosa meschina: la conoscenza che non diventa amore è sterile, esula dal cuore, anzi, gli fa velo, perché non conosce gli uomini, perché quando si conoscono si amano».

«Lo studio è il mezzo per agganciare ieri con il domani – ha spiegato Bignami citando nuovamente il parroco di Bozzolo –. Lo studio è il mezzo per illuminare le anime». Ma di fronte a un processo inverso, a un allontanamento di queste anime, dei fedeli, dalla vita della Chiesa è l’inquietudine a dover giocare un ruolo fondamentale: «L’inquietudine deve far capire le scelte diverse dell’altro – ha continuato il sacerdote –, l’allontanamento dalla vita cristiana, l’utilizzo del solo intelletto e non del cuore».

E se lo studio è così importante, Mazzolari ne è stato enorme testimonianza, con una vita dedicata alla lettura e agli studi, come può documentare la biblioteca della Fondazione a lui intitolata. «È leggendo i suoi diari che si può capire quanti libri leggesse – ha proseguito don Bignami –: non solo teologi o padri della Chiesa, ma anche saggisti e autori letterari, quali Manzoni, Kierkegaard, Leopardi, Tasso, Cartesio, Pirandello, Tolstoj e molti altri».

Lo studio di Mazzolari si estendeva anche in una critica alla Teologia del suo tempo, da lui vista come difensiva e rigida sulle proprie posizioni. Egli diceva: «La distanza dalla vita è il problema del sapere». E questa sua critica andava di pari passo, in maniera direttamente proporzionale, con la sua vicinanza e stima verso tre importanti personalità: John Henry Newman, Antonio Rosmini, a cui si è ispirato nella sua «lotta» per una Chiesa diversa, costruita sul dialogo e sul superamento dell’autoritarismo, e Geremia Bonomelli, vescovo di Cremona, con cui condivideva l’ideale di sacerdote capace di spirito critico.

Una vita dedicata allo studio che ha portato Mazzolari ad appassionarsi al francese, ancor prima di partire per la Francia come cappellano di guerra. Un periodo che, tuttavia, risultò povero di studi. «Da cappellano viveva una vita difficile, precaria, senza studio – ha spiegato il relatore –. Nei diari dei suoi dieci anni a Cicognara, però si legge che qualcosa è cambiato, che è tornato a studiare, in particolare il Personalismo francese». Ha poi proseguito: «Abbiamo a che fare con un prete di campagna, ma che è tutt’altro che sprovveduto a livello filosofico». Un sacerdote che ha fatto dello studio una grande forza per combattere l’assenza della Chiesa dalle grandi questioni umane, la lontananza dalla vita e dalla cultura, «un uomo del suo tempo ma anticipatore dell’essere Chiesa». E da qui un parallelismo con Papa Francesco che, con la sua idea di «pensiero incompleto», sente la necessità di una «vera ermeneutica evangelica per capire la vita e gli uomini».

Matteo Cattaneo
portale Diocesi di Cremona

L’intervento di don Bruno Bignami

Giovedì 29 settembre 2022, alle ore 18:00, presso l’Auditorium del Seminario Vescovile di Cremona, in via Milano 5, si terrà l’inaugurazione dell’anno accademico 2022/23 dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Agostino” delle diocesi di Crema, Cremona, Lodi, Pavia e Vigevano.

Dopo la preghiera iniziale, il prof. don Bruno Bignami terrà la lezione inaugurale su «il nostro sapere deve diventare luce». Cultura e spiritualità in don Primo Mazzolari.