La presidente della Fondazione Mazzolari Paola Bignardi e Matteo Lodigiani ospiti a “Chiesa di Casa” il talk di approfondimento pastorale della Diocesi di Cremona. Una produzione TeleRadio Cremona Cittanova.
Nel sessantaquattresimo anniversario della sua scomparsa si torna a parlare di don Primo Mazzolari, il sacerdote cremonese che, tra il primo e il secondo dopoguerra, ha fatto parlare di sé e del suo modo di vivere il Vangelo. Nella nuova puntata di “Chiesa di casa”, il talk di approfondimento pastorale della Diocesi di Cremona, è infatti intervenuta la presidente della fondazione Don Primo Mazzolari di Bozzolo, Paola Bignardi, che ha approfondito alcune tematiche care al Parroco d’Italia.
«Uno dei temi fondamentali nella sua esperienza di vita è certamente la cultura, sia perché lui stesso era uomo di cultura, sia perché ha sempre cercato di impastarla con la vita quotidiana della sua gente». E non è un caso che il convegno promosso dalla Fondazione Mazzolari sabato 15 aprile a Bozzolo abbia come focus proprio la questione educativa.
«Quella di don Mazzolari – ha precisato Matteo Lodigiani, collaboratore dell’ufficio comunicazioni diocesano e legato alla figura del parroco di Bozzolo – è una testimonianza che ha valore ancora oggi: il suo modo di vivere il Vangelo era fortemente compromesso con la storia degli uomini. Ha vissuto in prima linea l’esperienza della guerra e non si è mai tirato fuori dalle questioni politiche e sociali del secolo scorso. Questo aiuta anche noi a comprendere come essere cristiani nel mondo, indipendentemente dal fatto che siamo sacerdoti, religiosi o laici».
In questo senso, il sacerdote cremonese è stato precursore dei tempi. Più volte, in questi anni, Papa Francesco ha invitato i sacerdoti a essere pastori con l’odore delle pecore, e Mazzolari non è stato certo un parroco che si è tenuto a distanza dal suo popolo. Ecco perché, secondo la Bignardi, «don Primo può essere considerato un profeta. Ha avuto a cuore alcune questioni su cui solo negli ultimi anni è stato posto l’accento a livello di Chiesa universale. Penso semplicemente all’attenzione per i lontani, o al tema della misericordia, che, nella sua interpretazione, è l’unico modo per vivere concretamente il Vangelo».
Come tutti i profeti, anche Mazzolari ha avuto dei momenti di difficoltà, di scontro con la Chiesa del suo tempo. «Ci basta ripercorrere la storia di Gesù – ha chiosato Lodigiani – per capire cosa può accadere a chi si fa portatore autentico della parola di Dio».
Nonostante questo, però, procede da diversi anni la fase diocesana del processo di beatificazione del Parroco di Bozzolo, che, per Paola Bignardi, «è un segno bello e evidente di come il modello proposto da don Primo sia significativo per i cristiani di ogni tempo e testimonia, con ancora più efficacia, la sua autenticità nel vivere il Vangelo».
Andrea Bassani – Fonte: TeleRadio Cremona Cittanova