Il 13 gennaio, nell’anniversario della nascita di don Primo, a Bozzolo il convegno sul pensiero pacifista dei due sacerdoti testimoni del Novecento: gli interventi di don Bruno Bignami e Rosy Bindi
Non esistono guerre giuste, «perché la forza non può essere la soluzione all’incapacità del dialogo politico di un problema di diritto; esiste la pace necessaria».
Un messaggio contro i conflitti attuale e controcorrente, come le parole dei due protagonisti del convegno Guerra alla guerra: don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani. In occasione dell’annuale Giornata mazzolariana sulla pace e nell’anniversario della nascita (13 gennaio 1890), infatti, nella giornata di sabato 13 gennaio a Bozzolo è stato organizzato un appuntamento in cui accostare il sacerdote cremonese e il parroco di Barbiana, nel centenario della nascita del sacerdote fiorentino.
L’iniziativa, realizzata grazie alla sinergia tra l’Ufficio nazionale della CEI per i Problemi sociali e il lavoro, la Fondazione don Primo Mazzolari e la fondazione I Care, ha visto la partecipazione di don Bruno Bignami, postulatore della causa di beatificazione di don Mazzolari, e Rosy Bindi, presidente del Comitato per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani. L’incontro è stato introdotto da Matteo Truffelli, presidente della Fondazione Mazzolari e moderato dal direttore del quotidiano La Provincia Paolo Gualandris.
Circa quattrocento i partecipanti che hanno riempito la chiesa di San Pietro e ascoltato le parole e le riflessioni dei relatori sul carisma e la visione della pace di questi due pensatori liberi nella prima metà del Novecento, in grado di parlare ancora alla nostra attualità. «Sono stati due uomini, credenti e preti che hanno avuto e hanno ancora rilevanza nella formazione di tante coscienze – ha detto Truffelli nel ringraziare tutti i presenti e i volontari alla realizzazione dell’evento –. Un legame ancora più forte delle divergenze di alcune loro posizioni, ma saldo su alcuni principi comuni, sulla passione per la società, per la Chiesa e per gli uomini del loro tempo e sul bisogno scottante di vivere il proprio ministero dentro la storia».
La lettura di alcuni testi dei due sacerdoti, grazie all’attore e regista bresciano Luciano Bertoli, insieme dal messaggio di saluto e benedizione apostolica da parte di Papa Francesco, «con la speranza che l’evento susciti il rinnovato impegno nella promozione dell’autentica pace», riportato dal parroco don Luigi Pisani, hanno dunque introdotto i tanti temi di riflessione sul tema secondo le due visioni profetiche di don Mazzolari e don Milani.
Il prete fiorentino, in particolare, indicava ai suoi giovani una visione diversa delle leggi nella costruzione della pace: «Insegnava ai suoi ragazzi che l’obbedienza non è una virtù e che la legge andava sì rispettata, ma anche migliorata, perché ci sono leggi giuste e leggi ingiuste – ha spiegato l’ex ministro Rosy Bindi –. Giuste sono le leggi che proteggono i poveri e gli oppressi, ingiuste quelle che danno più potere agli oppressori».
Su un piano simile è anche la visione del parroco bozzolese, richiamata da don Bignami: «“Guerra alla guerra” è un’espressione che don Mazzolari utilizza negli anni ‘50 per dire qual è la condizione che il cattolicesimo deve promuovere nei confronti del tema, ed è un superamento determinante rispetto alla concezione della guerra giusta da cui si proveniva». L’esperienza di cappellano militare, infatti, lo portò «ad una maturazione convinta e convincente di quello che è un nuovo paradigma: la guerra non è più la soluzione praticabile».
Dalle parole provocatorie e lungimiranti di don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani sul tema della pace è scaturito un vivace e partecipato momento di confronto aperto tra i partecipanti.
Dopo gli interventi del mattino, nel primo pomeriggio nella chiesa parrocchiale di San Pietro le tematiche dell’impegno civile e cristiano verso la pace hanno orientato i gruppi di lavoro nella riflessione sugli interventi dei relatori e sui contributi emersi durante il convegno.
«È stata una giornata importante per la comunità di Bozzolo e il messaggio è di una attualità grande – ha affermato il parroco don Luigi Pisani –. Questo appuntamento è servito per riappropriarci di questo invito che arriva fino a noi dalle voci di due testimoni come don Mazzolari e don Milani. Come è stato evidenziato anche dagli ospiti all’incontro, noi cristiani abbiamo una responsabilità in più, perché il Vangelo ci spinge molto di più a essere protagonisti della pace, della giustizia sociale, nel rapporto tra i popoli e nel superamento delle barriere anche quelle sociali, tra credenti e non credenti».
Durante la sosta di commemorazione e preghiera sulla tomba di don Mazzolari si è infine sottolineata l’importanza del messaggio dei due sacerdoti «non soltanto da un punto di vista storico e culturale, ma anche come compito di aiutare l’ecclesialità e la cattolicità di oggi» nel dovere di impegnarsi secondo coscienza alla costruzione di una realtà pacifica e di un mondo unito.
Jacopo Orlo
Fonte diocesicremona.it