Primo Mazzolari: impegno in politica come “effetto” della fede

Un sacerdote che si dimostrò educatore e formatore anche in politica, pur non essendo un politico. Questo il tratto di don Primo Mazzolari descritto e approfondito nel corso del convegno “Don Primo Mazzolari, la politica, la Democrazia cristiana” che si è svolto sabato 13 aprile a Brescia, presso il Campus dell’Università Cattolica, per iniziativa della Fondazione Don Primo Mazzolari e dell’Archivio per la storia dell’educazione in Italia.

Le relazioni – proposte in mattinata da Daniela Saresella (Università di Milano), Paolo Trionfini (Università di Parma), Guido Formigoni (Università Iulm di Milano) e Anselmo Palini (storico e saggista), e nel pomeriggio da Daria Gabusi (Università degli Studi di Verona) e Matteo Truffelli (Università di Parma e presidente della Fondazione Mazzolari) – hanno messo in luce come il parroco di Bozzolo non si stancò mai nel richiamare, soprattutto la Democrazia cristiana e i suoi esponenti, ad una visione radicale della politica mossa da un’evangelica attenzione ai poveri e rivolta al perseguimento della giustizia sociale.

Anima democratica, Mazzolari è fin dalla gioventù un cristiano inquieto, attento e coinvolto nel dibattito politico. Interprete di una decisa opposizione all’ideologia fascista e ad ogni forma di ingiustizia e di violenza, partecipò attivamente alla lotta di liberazione. Fu un convinto repubblicano in un’epoca nella quale questa posizione generalmente non apparteneva al bagaglio cattolico.

Ancora una volta è emerso come i temi sui quali don Mazzolari non ha mai mancato di offrire la sua riflessione – la pace e il no alla guerra, l’obiezione di coscienza, i poveri, i diseredati, i carcerati… – siano di stringente attualità anche per l’Italia e il mondo di oggi. L’impegno in politica, per il “parroco d’Italia”, era effetto della fede; anche per questa ragione don Mazzolari non nascose le critiche – che non divennero mai antagonismo – alla lentezza dell’azione di governo, alla tendenza al rinvio, alla mancata realizzazione; elementi questi che lo portarono ad una crescente disillusione.

Nel corso dei lavori si sono esplorati anche i legami del sacerdote con la realtà bresciana, i suoi rapporti con esponenti del clero e del laicato, le sue frequentazioni, gli scambi epistolari, le amicizie, le collaborazioni editoriali.

La giornata si è conclusa con la tavola rotonda su “L’eredità di Mazzolari, i cattolici e la politica oggi”, guidata da Truffelli, nel corso della quale Daniela Mazzuconi, Fulvio De Giorgi e Flavia Piccoli Nardelli hanno cercato di attualizzare l’eredità della lezione mazzolariana per la politica e i cristiani impegnati nella realizzazione del bene comune.

Alberto Baviera

I saluti del Preside di Scienze della Formazione, prof. Domenico Simeone
Giorgio Vecchio
Daniela Saresella
Paolo Trionfini
Guido Formigoni
Daria Gabusi
Matteo Truffelli
La tavola rotonda con Fulvio De Giorgi, Daniela Mazzuconi e Falvia Nardelli. Modera Matteo Truffelli

La Fondazione don Primo Mazzolari promuove un convegno di studi dedicato a Don Primo Mazzolari, la politica, la Democrazia Cristiana, che si terrà a Brescia il 13 aprile, presso la sede del Campus dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il convegno sarà realizzato, infatti, in collaborazione con le Raccolte storiche – Archivio per la Storia dell’educazione in Italia, della medesima Università.

«Le numerose relazioni in programma tracceranno un quadro articolato del modo con cui don Mazzolari guardò e visse la politica del proprio tempo – afferma Matteo Truffelli, presidente della Fondazione Mazzolari –. Oggetto principale del Convegno sarà il rapporto che il parroco lombardo intrattenne con la Democrazia Cristiana e con molti dei suoi principali esponenti». Una particolare attenzione, inoltre, sarà riservata al legame che don Mazzolari ebbe con alcuni dei protagonisti più significativi della politica bresciana dei suoi anni.

«Sono diverse – prosegue Truffelli – le motivazioni che hanno spinto la Fondazione Mazzolari a scegliere questo tema per il suo consueto annuale convegno storico. Vale la pena ricordare, innanzitutto, che a cavallo tra il 2023 e il 2024 ricorre l’ottantesimo anniversario della nascita della Democrazia Cristiana, nonché il trentesimo del suo scioglimento. Al di là dei legittimi differenti giudizi che possono essere formulati su quella esperienza politica, è indubbio che essa abbia avuto un ruolo decisivo nel dare forma alla democrazia italiana e nell’indirizzare lo sviluppo sociale, culturale e politico non solo del nostro Paese, ma anche dell’Europa. Eppure, la storia della Dc necessita ancora di essere compresa e interpretata in maniera adeguata». Il Convegno si propone di portare un contributo in tal senso, prestando particolare attenzione all’apporto che a quella storia venne dato da don Mazzolari, «sia attraverso le sue pubbliche e spesso sferzanti prese di posizione, sia attraverso la fitta rete di relazioni che egli intrecciò con il partito e con molti suoi esponenti: un rapporto fatto di amicizia, sostegno personale e vicinanza spirituale, ma anche di serrati confronti sul piano politico».

Una seconda ragione che ha spinto a mettere al centro del convegno la storia della Democrazia Cristiana e l’apporto che a essa diede Mazzolari «può essere individuata nella convinzione che il modo con cui don Primo si rapportò al partito dei cattolici italiani, ma più ampiamente a tutte le forze politiche del proprio tempo, fu caratterizzato da un’aspettativa alta nei confronti della politica, a cui Mazzolari guardava con un atteggiamento partecipe ma anche esigente, sia dal punto di vista morale che da quello della richiesta di affrontare e risolvere i reali problemi del Paese. Un modo di interpretare la ragion d’essere della politica di cui oggi si avverte con forza l’importanza». Proprio per questo il convengo sarà concluso da una tavola rotonda «che vedrà confrontarsi tra loro alcuni significativi esponenti del cattolicesimo di oggi, con l’intento di promuovere una riflessione sulle possibili modalità di valorizzazione dell’eredità mazzolariana nell’attuale contesto sociale e politico».