LA PRIMA GIORNATA

l ministro della Pubblica Istruzione prof. Patrizio Bianchi ha aperto, nel pomeriggio di venerdì 10 giugno, la ricca “3 giorni mazzolariana 2022” incentrata sul tema “La più bella avventura. Don Primo Mazzolari incontra i giovani”

«Scuola aperta, inclusiva e affettuosa. Questa è la scuola di don Primo Mazzolari, che oggi siamo qui a celebrare». Con queste parole si può riassumere l’intervento del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ospite d’onore che ha inaugurato la “3 giorni mazzolariana 2022”, in programma a Bozzolo dal 10 al 12 giugno.

L’apertura di questa edizione, intitolata «La più bella avventura. Don Primo Mazzolari incontra i giovani», si è tenuta venerdì 10 giugno presso la Loggia del Comune alla presenza del ministro Bianchi, introdotto dal sottosegretario Bruno Tabacci alla presenza del vescovo della Diocesi di Cremona Antonio Napolioni, del sindaco Giuseppe Torchio e della presidente della fondazione “Mazzolari” Paola Bignardi.

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Al termine dell’intervento del ministro Bianchi, è stata data la parola a Paola Bignardi, presidente di Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo, che ha introdotto don Bruno Bignami, con un intervento intitolato “Alla scoperta del Mazzolari inedito”.

«Grazie alla ricerca condotta da don Bignami e don Umberto Zanaboni per il processo di beatificazione di don Primo, sono stati rinvenuti alcuni suoi scritti inediti risalenti al periodo in cui era in viaggio in Sardegna, nel 1953. «Ad una conferenza cui venne invitato presso il Seminario di Cugliari – ha detto don Bignami, postulatore della Causa di beatificazione di Mazzolari – don Primo ebbe modo di parlare di sé da prete anziano che ha riletto la sua vita. Il ritratto di don Mazzolari potrebbe non corrispondere all’immagine che abbiamo di lui».

Due le forme di narrazione di don Bignami: l’autoritratto e il racconto della gente di Bozzolo che ricorda gli anni ’50. I temi portanti che emergono da questi racconti sono la conversione alla parrocchia, «principio di incarnazione», per dirla con don Bignami, che ha inizio durante la guerra vedendo in quali condizioni erano obbligati a vivere i soldati italiani al fronte. «Don Mazzolari capisce che il suo ministero avrà senso se si occuperà di quei giovani mandati in guerra». Conversione che proseguirà poi nella sua permanenza, 100 anni fa, a Cicognara, di cui ricorda «la prima Messa con dodici persone in chiesa» e la visita presso il cimitero di Cicognara, come a dire che avesse accettato che il suo posto era in mezzo alla gente.

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La seconda giornata

Nel pomeriggio di sabato 11 giugno si è svolta la seconda giornata della terza edizione della 3 giorni mazzolariana.
Alle 16:30 presso la chiesa di San Francesco si è tenuto l’incontro dal titolo “La scrittura come testimonianza. Pomeriggio in libreria”. Giulio Girondi, responsabile editoriale di “Rio edizioni” ha introdotto Davide Bregola, scrittore, saggista e consulente editoriale.

È seguita poi, sotto la loggia del municipio di Bozzolo, la conversazione di Paolo Trianni con Younis Tawfik stimolati e coordinati da Enrico Garlaschelli.
Younis Tawfik, scrittore, poeta originario di Mosul in Iraq ha raccontato il suo trasferimento in Italia all’età di 19 anni sulle tracce della Divina Commedia dantesca. La riscoperta e l’approfondimento della sua religione mussulmana.
Paolo Trianni, professore presso la Pontificia Università Gregoriana e presso l’Università di Trento, filosofo, teologo tra l’altro, non ha voluto far mancare il suo approfondimento del “Tu non uccidere” di Mazzolari nel contesto di questi tempi di guerra.

Alle 19:00 la presentazione del libro “Parole come pane – tutto è connesso: ecologia integrale e novità sociali”
Ne hanno parlato i due autori don Bruno Bignami e Gianni Borsa. Ha moderato gli interventi il prof. Stefano Albertini.
Si sono approfonditi alcuni aspetti del libro rimarcando la presenza neppure tanto nascosta di un terzo autore: Papa Francesco.

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Alla sera dello stesso sabato, sul sagrato della chiesa di San Pietro è stato presentato il reading musicale-teatrale dal titolo “Il coraggio del prete”.

Protagonisti sono stati Roberta Biagiarelli e Paolo Bergamaschi.
Roberta Biagiarelli è attrice, autrice, documentarista ed esperta di Balcani. Produce, ricerca ed interpreta spettacoli teatrali su temi storici e sociali. Per lo spiccato radicamento al presente il suo lavoro interseca collaborazioni in ambiti riguardanti politiche di genere e cooperazione internazionale. Dal 2018 è ideatrice e curatrice dell’iniziativa “Balcani d’Europa-Lo Specchio di Noi”.
Paolo Bergamaschi ha lavorato per 25 anni come consigliere politico presso la Commissione Esteri del Parlamento Europeo. È spesso ospite di programmi radiofonici che trattano di politica estera e affari europei. È anche musicista e cantautore con sette cd all’attivo. Ha pubblicato cinque libri e collabora con quotidiani, riviste e siti online che si occupano di relazioni internazionali. Sul palco a coadiuvare Biagiarelli e Bergamaschi ci sono stati Simone Guiducci alle chitarre, che è anche coautore dei brani musicali, Oscar Del Barba alle tastiere e alla fisarmonica, Massimo Saviola al basso e Massimiliano Savioli alle percussioni.

“È stata scelta la forma del reading musicale-teatrale – spiegano gli organizzatori – che alterna le riletture di alcuni fra i brani più pregnanti di don Primo con canzoni che pescano dal suo vissuto. La combinazione e l’alternanza dei due momenti offre l’opportunità allo spettatore di avvicinarsi alla figura di Mazzolari entrando in sintonia con la sua elaborazione intellettuale a partire dalla vita pastorale di tutti i giorni nei borghi, in particolare, di Bozzolo e Cicognara, dalla attività di predicazione in tutta Italia e dalla intensa, meticolosa e monumentale corrispondenza epistolare. Spiritualità, politica, vita ecclesiale e routine quotidiana, pace, lavoro e riscatto dei poveri si intrecciano e si mischiano in un impasto omogeneo composto dalle parole delle righe dei suoi scritti e le note del rigo musicale”.

La terza giornata

È stata una mattinata di profondo spirito comunitario quella che si è svolta domenica 12 giugno presso la chiesa arcipretale di San Pietro a  Bozzolo, dove, nell’ultima giornata della 3 giorni mazzolariani, ha celebrato la Messa mons. Leonardo Sapienza, Reggente della prefettura della Casa Pontificia.

Nella sua omelia mons. Sapienza ha proposto una riflessione sulla festa della Santissima Trinità che la Chiesa celebra in questa domenica.
«Siamo proprio sicuri di conoscere il Dio di cui parliamo e scriviamo? – ha esordito – Il pensiero di Dio mette alla prova intellettuali e analfabeti. Questo è tanto più vero in questa giornata. Oggi è la festa di Dio, grande verità e grande mistero».
Per attualizzare il concetto di amore trinitario, sulla testimonianza di Sant’Agostino che per primo ha spiegato il concetto di trinità come relazione d’amore, Sapienza ha ricordato la sua vicinanza a don Primo Mazzolari e, citandone il pensiero, ha ricordato la sua omelia del 1956, quando don Primo parlava di una “religione del mistero” a partire proprio dall’unicità di un Dio che si manifesta in tre persone.
«Don Primo, forse proprio in questa chiesa o in quella della Santissima Trinità, nel giorno di questa festa del 1956, diceva del mistero di Dio: “Io non so dirvi nulla. La nostra è una religione del mistero”. Allora – ha concluso mons. Sapienza – davanti a un mistero, noi possiamo soltanto tacere. Tacere e adorare. E pensare a Dio».
Al termine dell’omelia Sapienza si è lasciato andare anche a un ricordo personale. A quando, da giovane seminarista, ascoltava la voce di Don Primo registrata su un 33 giri, «la predica del Venerdì Santo che tutti conosciamo». Fu dopo quell’ascolto che «mi ripromisi che, qualora fossi diventato prete, avrei fatto come lui». E ha concluso dichiarando l’emozione provata a predicare, oggi, dallo stesso ambone da cui predicava proprio don Primo.

Nel pomeriggio si è tenuto il ricordo dei 40 anni di vita della Fondazione don Primo Mazzolari.

Ha introdotto la presidente Paola Bignardi tracciando il passato ma, soprattutto, le sfide che dovrà affrontare la Fondazione nei prossimi anni per adempiere sempre al meglio ai suoi compiti di divulgazione del pensiero mazzolariano, in modo particolare alle nuove generazioni, e di raccolta e catalogazione dei documenti ancora sparsi per tutta Italia che riguardano la vicenda di don Primo.

Hanno poi presa la parola Carlo Bettoni che ha ripercorso gli anni che vanno dalla morte di don Primo nel 1959, con la costituzione del “Comitato per le onoranze a don Primo Mazzolari”, fino alla costituzione della Fondazione don Primo Mazzolari nel 1981 e a tutti gli avvenimenti successi a tutto l’anno 2000.
Il racconto degli avvenimenti dal 2000 ai giorni nostri è invece toccato a Giancarlo Ghidorsi.

In serata, i giovani della zona pastorale 4 della Diocesi di Cremona, hanno interpretato “La samaritana” di don Primo Mazzolari.

Alla lettura appassionata di brani del testo di Mazzolari (recentemente pubblicato in edizione critica da EDB) di don Umberto Zanaboni si sono alternati quadri recitati che, quei testi, volevano attualizzare e reinterpretare con gli occhi dei più giovani.