Nell’archivio parrocchiale è stato trovato un foglio sparso sul quale don Giovanni Barchi ha fissato alcuni brevi appunti di cronaca che si riferiscono alla sua attività nel tempo di guerra durante la repubblica fascista.
Questi appunti, presto interrotti, contengono una frase: «Ebbi per quattro mesi don Primo Mazzolari…».
Sono parole scarne, eppure lasciano intravedere un seguito di trepidazione e di paure.
Forse il nostro prevosto avrebbe voluto continuare nel descrivere il periodo più drammatico della sua vita, e forse l’ha trattenuto un certo pudore: non voleva passare da eroe proprio lui che, per innata modestia, non era tagliato per far la figura del primo attore.
Negli ultimi anni della sua vita, don Barchi con tono sconsolato si lamentava perché tutti quelli che parlavano di don Mazzolari, ricordavano i suoi vecchi amici e i suoi vecchi avversari, i luoghi e le persone che lo avevano accolto nei momenti difficili, i suoi seguaci del dopoguerra, ma nessuno mai ricordava che don Mazzolari era stato per quattro mesi ospite di un suo carissimo amico nella canonica di Gambara, e che questo suo amico non aveva messo a repentaglio qualche cosa di vago in tempi tranquilli, ma qualche cosa di molto concreto in tempi burrascosi: la pelle, semplicemente.
È per questi motivi, cioè per un modesto omaggio postumo al nostro prevosto, che abbiamo tentato di ricostruire brevemente la figura di don Mazzolari e di soffermarci in particolare sul periodo da lui trascorso clandestinamente a Gambara ospite di don Giovanni Barchi.

Editore: Archivio storico gambarese
Autore: Ferruccio Mor – Attilio Piccardi
Anno di pubblicazione: 2009
Pagine: 140
Prezzo: 7 €